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23-11-2011
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EDITORIALE: Comunità, valori e bene comune

Donato Fontanesi, presidente della Fondazione
1° dicembre 2011


Presentando il sito web della Fondazione ci auguriamo di aver messo a punto uno strumento che consenta un salto di qualità nella capacità di comunicare e dialogare con i nostri interlocutori di riferimento e con le comunità interessate alla Fondazione e alle sua attività.  

Perché una Fondazione
  

Coopsette ha maturato l’idea di dare vita e sostenere una Fondazione a partire da alcune considerazioni:
   -  che un’impresa cooperativa non può avere un futuro se il tessuto sociale in cui opera non ne riconosce e ne valorizza le peculiarità, la cultura e i valori; 
   -   che nelle stesse comunità di radicamento di Coopsette si stanno sviluppando tendenze individualistiche di segno opposto ai valori di solidarietà sociale sostenuti e praticati dalla cooperativa nella sua storia;
   -   che i problemi con cui si trovano a confrontarsi oggi le comunità, di impresa e di territorio, hanno raggiunto un grado tale di complessità che nessuno dei soggetti che le abitano può pretendere di risolverli autonomamente, né all’opposto considerarsi svincolato dal compito di dare il proprio contributo.  

Da qui è nata la consapevolezza di dover assumere un ruolo attivo non solo rispetto ai valori cooperativi, ma anche rispetto a quelli di fondo che determinano la qualità di una comunità civile (il senso di appartenenza a tale comunità, il senso delle istituzioni democratiche, il rispetto delle regole e dei ruoli, il livello culturale).  

Comunità e valori
  

Il fare parte di una comunità però, oggi è sempre meno una premessa scontata nella vita degli individui e sempre meno è percepito come un valore in sé.
Le stesse comunità sono sottoposte a fenomeni di trasformazione sempre più veloci e radicali: cambiano gli stili di vita, si allargano gli orizzonti, si mescolano o giustappongono le culture; mutamenti che possono essere subiti passivamente oppure fatti corrispondere a un progetto e a un modello di sviluppo.  
Elaborare un modello di sviluppo significa però, anzitutto, definirne i valori di riferimento. Questi, per chi come la Fondazione proviene da una storia di passione democratica e cooperativa, non possono essere altro che la democrazia, l’uguaglianza, la libertà, il lavoro, la sobrietà, il rispetto delle regole, e la stessa appartenenza a una comunità, condizione naturale per sperimentare la solidarietà, quale strumento di una crescita, personale e collettiva, che solo la forza dell’essere insieme - solidali appunto - può garantire.  

Interlocutori e progetti
  

Proprio per sfruttare quella forza, la Fondazione intende operare insieme ai soggetti che compongono la comunità.
Suoi interlocutori sono quindi, accanto ai soci e dipendenti di Coopsette, i cittadini e gli amministratori, le istituzioni pubbliche e private, soprattutto e prima di tutti i giovani e il mondo della scuola, perché su di essi si gioca ogni prospettiva intergenerazionale.  

La Fondazione realizza solo progetti propri (elaborati direttamente, anche in collaborazione con altri soggetti) lungo tre linee di attività principali, dedicate rispettivamente all’identità e memoria di Coopsette, alla promozione dei valori cooperativi e democratici e alla valorizzazione delle comunità di radicamento.  

Cultura, valori e futuro
  

Nel suo agire, la Fondazione guarda alla storia e alle sue fonti non come oggetti di un interesse per il passato fine a sé stesso; ciò che ci preme infatti è riflettere sull’identità e i valori delle nostre comunità, d’impresa e di territorio, per capire come possano essere riproposti nel contesto nuovo in cui esse vivono e si preparano al futuro.  

La sfida che la Cooperativa con la Fondazione lancia alle comunità del territorio è in definitiva proprio questa: affrontare il futuro con una consapevolezza chiara dei propri valori.
Una sfida dunque essenzialmente culturale, nella convinzione che la cultura, intesa nella sua accezione più vasta, rappresenta non solo una risorsa competitiva per l’impresa, ma un vero bene comune, funzionale cioè all’esercizio di diritti fondamentali e al libero sviluppo delle persone.
Proprio per questo, la cultura di un’impresa può e deve essere messa a disposizione della società per il bene comune.

 
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